ORECCHIO DOMINANTE
l’orecchio dominante o udito dominante è solo un mito o esiste qualcosa di vero? cerchiamo di capire meglio su questo fenomeno curioso e che riguarda molto spesso anche altri organi e sensi del corpo umano.
Orecchio destro e orecchio sinistro sentono in maniera diversa?
Orecchio destro e sinistro non sono uguali, hanno capacità uditive proprie e distinte tra loro: riflettono, infatti, l’asimmetria funzionale del nostro cervello. Scopriamo perché questa differenza è importante nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione umana.
L’udito asimmetrico a livello funzionale
Può sembrare logico pensare che l’orecchio destro e quello sinistro siano in grado di percepire i suoni in maniera identica, e che la loro presenza in coppia sia da ricondurre esclusivamente al bisogno di captare rumori e suoni in modo bidirezionale. Negli ultimi anni sembra sempre più chiaro come orecchio destro e sinistro abbiano funzionalità diverse e siano in grado di captare suoni in maniera specifica.
Uno dei primi studi a dimostrare ciò, condotto nel 2003 presso l’Università di Los Angeles, si è servito di specifici microfoni e trasmettitori applicati nel condotto uditivo di 3000 neonati. I risultati di questa ricerca hanno descritto come l’orecchio sinistro sia più sensibile nel captare modulazioni di frequenza sonora come la musica e del canto, mentre quello destro sia più efficace nel rilevare stimoli vocali e suoni informazionali.
Pur diminuendo dal tredicesimo anno di età come si è notato nello studio fatto, questa prevalenza dell’orecchio destro persiste anche negli adulti: informazioni più complesse (che quindi richiedono uno sforzo cognitivo maggiore) sembrano essere più semplici da memorizzare se trasmesse all’orecchio destro, secondo quanto recentemente riportato dall’equipe di audiologia dell’Auburn University dell’Alabama.
Questo dato conferma i risultati della ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Chieti guidati dal Dott. Tommasi, che hanno osservato una preponderanza e una maggior efficacia delle interazioni verbali tra individui adulti che avvengono attraverso l’orecchio destro, in condizioni d’inquinamento acustico come le discoteche.
La connessione tra orecchio ed emisferi cerebrali
Queste differenze di percezione uditiva non possono essere però attribuite esclusivamente a dissomiglianze tra orecchio destro e sinistro in sé, ma anche alle caratteristiche dell’emisfero cerebrale cui ciascun orecchio è legato.
Gli emisferi del cervello sono connessi all’orecchio situato sul lato opposto: i suoni provenienti dall’orecchio destro sono quindi processati dall’emisfero cerebrale sinistro e viceversa. Dato che l’emisfero destro del cervello è deputato all’elaborazione delle informazioni non verbali del suono quali tonalità, intensità e timbro, è logica la preponderanza dell’orecchio sinistro nell’ascolto di musica e suoni ambientali.
Al contrario, essendo l’emisfero cerebrale sinistro responsabile dello sviluppo del linguaggio e di parte della memoria, le informazioni verbali saranno più efficaci se trasmesse attraverso l’orecchio destro. Sembra quindi che la superiorità dell’orecchio destro per gli stimoli verbali rifletta l’asimmetria della funzionalità cerebrale.
Nei neonati, infatti, dove il sistema auditivo non riesce a separare in maniera efficace le informazioni provenienti dalle due orecchie, la differenza tra il lato destro e sinistro è più marcata. Con la crescita, l’interconnessione e la comunicazione tra i due emisferi cerebrali migliorano, e la differenza tra le due orecchie si riduce, rimanendo presente nei casi in cui gli stimoli richiedono un maggior sforzo cognitivo.
Tutto questo ha implicazioni anche per quanto riguarda il trattamento della sordità: considerare terapie mirate esclusivamente a un solo orecchio spesso si rivela inefficace. L’asimmetria uditiva è, infatti, fondamentale per lo sviluppo del linguaggio e della parola.
L’ emisfero destro e sinistro del nostro cervello controllano funzioni differenti, ma soprattutto lavorano in modo diverso l’uno dall’altro.
I primi a sospettare che i due emisferi cerebrali potessero essere dedicati a funzioni diverse furono verso la fine dell’Ottocento Paul Broca e Karl Wernicke: i due scienziati si erano accorti che chi aveva dei danni in regioni particolari dell’emisfero sinistro (da allora battezzate con i nomi dei due ricercatori) non era in grado di articolare bene il linguaggio. Al contrario, danni simili nelle stesse regioni dell’emisfero destro non producevano impatti apprezzabili.
Da qui prese piede l’idea che le due parti in cui appare diviso il nostro cervello svolgessero funzioni differenti.
Oggi si sa che in generale l’emisfero sinistro controlla il linguaggio nel 95 per cento delle persone destrorse e nel 60-70 per cento di quelle mancine. Inoltre si sa che la parte sinistra del cervello controlla i muscoli del lato destro del corpo e il contrario.
L’emisfero sinistro è dominante per le funzioni del calcolo e dell’abilità logica e matematica. Il destro invece risulta dominante per la capacità di riconoscere le facce, le abilità spaziali e le immagini.
All’interno dei due emisferi, esistono quattro regioni diverse: i lobi frontali, parietali, temporali e occipitali. Ognuno dei lobi è specializzato in funzioni diverse: così nella maggioranza dei destrorsi il lobo frontale sinistro (situato subito dietro la fronte) controlla il linguaggio, mentre il lobo temporale sinistro (quello sopra l’orecchio) controlla la comprensione del linguaggio scritto e parlato, l’udito e la memoria verbale. Il lobo frontale destro, invece, controlla l’udito e la capacità di apprezzare la musica.
I lobi occipitali, sul lato posteriore della testa, controllano la visione. Problemi neuronali in questi lobi possono far apparire gli oggetti più grandi o piccoli di quello che sono realmente o produrre immagini distorte. I lobi parietali invece controllano i muscoli del lato opposto, compresa la lingua e le corde vocali.
Questo suddivisione tra le varie funzioni però non deve condurre a conclusioni fuorvianti: normalmente l’attività dei due emisferi è coordinata grazie al continuo scambio di informazioni che avviene attraverso il corpo calloso, l’elemento che li collega. Anzi le specializzazioni diverse dei due emisferi consentono loro di lavorare insieme con maggiore efficacia.
Insomma dire che il lato destro controlla la creatività e quello sinistro la logica è una semplificazione eccessiva e sbagliata. E per spiegare il perché può essere interessante analizzare il modo con cui viene percepita la musica.
Una delle “leggende” che circolano sulla specializzazione dei due emisferi è che il destro sia quello legato alla musica. In realtà, come hanno evidenziato gli studi condotti negli ultimi anni, le cose non stanno proprio così: l’emisfero destro è legato al piacere che riceviamo dall’ascoltare la musica e alla nostra capacità di apprezzarla, il sinistro invece alla capacità di analizzare la struttura di un pezzo musicale.
I musicisti, insomma, usano più l’emisfero sinistro per ascoltare la musica, mentre gli altri quello destro.
Fonti:
– Asymmetric cochlear processing mimics hemispheric specialization. Sininger YS, Cone-Wesson B. Science, 2004;
– Side biases in humans (Homo sapiens): three ecological studies on hemispheric asymmetries. Marzoli D, Tommasi L. Naturwissenschaften, 2009;
– Laterality of basic auditory perception. Sininger YS, Bhatara A. Laterality, 2012;
– Does the right ear advantage persist in mature auditory systems when cognitive demand for processing increases? Danielle M. Sacchinelli. The Journal of the Acoustical Society of America, 2017.